Verso la
fine del 1958, mentre J.F. Kennedy iniziava la sua
campagna nelle elezioni primarie per cercare i delegati sufficienti ad
ottenere, alla Convenzione del Partito Democratico, la "nomination" come
candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, io mi trovavo a New York,
dove svolgevo ricerca scientifica in un ambiente prestigioso e molto
fecondo. I miei amici e colleghi erano in gran parte di cultura ebraica,
mentre l'ambiente esterno era naturalmente di cultura protestante,
perciò l'unico contatto con il mondo cattolico rimaneva quello, in gran
parte ispano-americano, di quando frequentavo la Santa Messa domenicale
alla 96a Strada e Lexington Avenue.
L'apparire di Kennedy all'orizzonte politico come possibile Presidente
degli Stati Uniti sembrava capace di far sorgere dal fondo dell'anima
dei miei amici e conoscenti solo paure, angosce e talvolta perfino odio
e tutto questo solo a causa del fatto che Kennedy era irlandese e
quindi...cattolico.
A quel tempo nell'ambiente di lavoro ero l'unico "cattolico" a portata
di mano, se si escludeva qualche portoricano addetto alle pulizie, e io
avevo l'impressione di essere l'unico cattolico nel raggio di alcune
miglia.
Ho potuto così venire a contatto con una visione, o un'impressione, del
cattolicesimo che mi era completamente nuova e - provenendo dall'Umbria
tradizionalmente "rossa" - certamente estranea alla mia cultura
cattolica.
I "cattolici" facevano paura perché venivano descritti come un blocco
"monolitico"; il Papa era quindi il capo indiscusso ed indiscutibile di
una armata compatta che, avanzando a testuggine, avrebbe tolto
all'America la sua gloriosa libertà. L'aggettivo più comunemente
attribuito ai cattolici americani era: "fanatici".
Per me che avevo goduto dell'esperienza perugina della FUCI, la storia
del pericolo "bianco-giallo" del Vaticano mi appariva non solo irreale e
antascientifica, ma più che altro appartenente al reame del comico e mi
sforzavo di farlo intendere ai miei colleghi, purtroppo con scarsi
risultati.
Più capace e fortunato di me fu certamente J.F K. che riuscì addirittura
a farsi votare da quasi tutti costoro, che poi ho visto addirittura
piangere lacrime amare il tragico giorno del suo assassinio.
Sono passati tanti anni da allora, tuttavia ho sempre ricordato questa
strana esperienza, anche l'immagine di un cattolicesimo "blocco
monolitico" è
certamente più aderente all'angoscia di un incubo notturno protestante
che ad una realtà ecclesiale esistente. I cattolici, infatti, sono così
lontani - e io dico: purtroppo - da questa immagine, che non solo si
presentano molto più variegati di quanto non siano i membri di una
qualsiasi confessione protestante, ma malgrado tutta la sofferta e
paziente comprensione pastorale esercitata dalla Chiesa di Roma, in
talune correnti e situazioni, non solo, in realtà, non sono "cattolici",
ma forse non sono più nemmeno "cristiani".
Tutto questo non fa che rendere più urgente la rievangelizzazione della
massa dei "battezzati" che costituiscono il popolo cristiano.
2) Gli influssi culturali anticristiani
In anni recenti una
grande quantità di influssi, in gran parte provenienti dall'oriente, si
sono velenosamente infiltrati nel tessuto culturale dei cristiani
europei, favoriti senza dubbio -anche in campo protestante- da una
notevole evaporazione della fede e si sono attestati su posizioni più
diffuse di quanto generalmente non si creda, o non ci si renda conto.
Sotto l'effetto del "New Age Movement" si riaffacciano antiche eresie
che nei primi secoli lacerarono la Chiesa; mi riferisco per esempio allo
gnosticismo
o addirittura al Nestorianesimo, o al Pelagianismo, per non parlare poi
di filosofie che sono completamente aliene al Cristianesimo, ma di moda,
come la "reincarnazone".
Da questa situazione è nata l'idea di far nascere questa rivista per
stabilire un punto di comunicazione; una rivista diversa, una rivista
che ponga interrogativi e che cerchi risposte; soprattutto che cerchi di
rispondere a tutti coloro che, prestando la loro opera nel campo della
evangelizzazione, incontrano questi interrogativi e sentono la necessità
di dare risposte chiare, serie, semplici ed efficaci. Risposte
accessibili ad un vasto pubblico, ma, quando sarà necessario,
solidamente scientifiche, per poter uscire dalle nebbie approssimative
del sentito dire e del magico.
Una tendenza assai diffusa è infatti quella di ricoprire il troppo
evidente magico con una frase sciocca e superficiale: "Forse ancora la
scienza non riesce a spiegarlo, perché la scienza non spiega tutto ".
Dalla necessità di questa informazione è nata l'idea di costituire una
associazione che raccolga tutti coloro che saranno interessati non solo
a conoscere, ma anche a raccogliere notizie, fatti, articoli, libri da
segnalare, insomma una cooperazione di sforzi, di notizie, di articoli e
comunicazioni, di cui la rivista poi diverrà il centro di incontro
comune e di smistamento.
Questo articolo quindi servirà a far sorgere alcuni interrogativi a cui
in seguito vorremo dare esaurienti risposte.
3) Comprendere il "New Age Movement" per dare una risposta cristiana
alla sua sfida.
Si sente parlare del
"New Age", dei suoi pericoli e del suo successo, ma prima di tutto è
necessario capire che cosa sia veramente il "New Age", dove arrivi la
sua influenza, quale sia stata la sua origine e come si presenti o sotto
quale veste si nasconda.
Il "New Age" ha origini recenti. La sua nascita viene comunemente fatta
risalire all'inizio degli anni '60, quando in una fattoria californiana
nei pressi di Esalen astrologi e appassionati di occultismo erano soliti
radunarsi sotto la guida del fondatore, il santone Mikael MacMurphy. Una
comunità analoga a questa sorgeva anche in Scozia, a Findhom.
In questi luoghi gli iniziati all'occultismo e larghe schiere di giovani
che in quegli anni condividevano le esperienze - considerate
"liberanti"- delle droghe leggere, degli allucinogeni, della rivoluzione
studentesca e delle "comuni", sperimentavano lo spiritismo con le
tecniche medianiche classiche e con nuove forme, subito
battezzate con nomi nuovi e bizzarri.
Ad Esalen regnava un clima euforico : gli astrologi confermavano che il
mondo era orientato verso il passaggio ad una "Nuova Era": che
definivano "l'era della costellazione dell' Acquario", che avrebbe
dovuto prendere il posto dell'era della costellazione dei Pesci. In
questo contesto astrologico e magico le religioni tradizionali venivano
considerate "vecchie" e le nuove forme di conoscenza suscitavano grande
entusiasmo.
Questa è la storia elementare dell'inizio del "New Age", ma non è
sufficiente per capire il fenomeno, la cui comprensione non è proprio
facile, perché non si presenta come un fatto logicamente afferrabile e
circoscrivibile, ma come un insieme di fatti, teorie, organizzazioni,
sette e movimenti, che investono vaste aree della cultura contemporanea;
è necessario perciò, prima di tutto, inquadrare bene il problema dal
punto di vista del suo pensiero di fondo.
Il Prof. Massimo Introvigne, esperto di sette e nuovi movimenti
"religiosi", ha preparato un interessantissimo modello di
classificazione e tipologia che distribuisce questi nuovi movimenti
secondo il loro grado di distacco dalla specifica visione del mondo
propria della Chiesa Cattolica, distinguendo quattro fasi:
ð una prima fase, in cui, da parte dei gruppi della cosiddetta "riforma
radicale", viene rifiutata la nozione di Chiesa, secondo la formula:
"Cristo si, Chiesa no". Questo rifiuto è all'origine di diverse
confessioni "di origine cristiana", dove la rottura è insieme
ecclesiologica e teologica.
ð una seconda fase, in cui viene rifiutato il ruolo unico di Gesù Cristo
come Salvatore, secondo la formula: "Dio si, Cristo no". Questo rifiuto
contemporaneo alla riscoperta delle religioni orientali ed al movimento
"orientalista", nato all'epoca della Rivoluzione francese, è alle
origini dell'attuale diffusione di nuovi culti di origine orientale in
Occidente;
ð una terza fase, in cui non ci si accontenta di rifiutare Gesù Cristo,
ma si toglie un altro elemento e si rifiuta anche Dio, secondo la
formula: "religione si, Dio no". Questa fase propone una paradossale ma
diffusa "religiosità senza Dio", dove Dio, quando non viene negato,
viene ridotto a un ruolo periferico e poco in5uente. Questa fase si
manifesta tipicamente nel movimento del potenziale umano, che culmina
nella Scientologia;
ð una quarta fase, in cui si rifiuta anche lo stesso senso religioso,
secondo la formula: "sacro si, religione no". Da questo rifiuto nascono
forme di rapporto con il sacro diverse dalla religione, come la "magia",
fase a cui corrisponde il successo contemporaneo dei nuovi movimenti
magici.
"Questa proposta tipologica - continua il Prof. Introvigne - identifica,
naturalmente, fasi storiche, che non si manifestano con la nascita
soltanto di nuovi movimenti religiosi, ma anche di ideologie non
religiose. Così la prima fase -"Cristo si, Chiesa no"- si manifesta
anche con il legismo e l'assolutismo, che negano alla Chiesa un
qualunque ruolo, delle vicende della società. La seconda fase -"Dio si,
Cristo no"- si manifesta sul piano ideologico nell'illuminismo e nel
laicismo, che trionfano con la Rivoluzione francese e che non sono
incompatibili con una vaga spiritualità deista, la quale afferma di
credere in Dio, ma non sa spiegare di quale Dio si tratti. La terza fase
-"religione si, Dio no"-, che si esprime nelle curiose "religioni senza
Dio" moderne, ha il suo corrispettivo sul piano ideologico nelle grandi
ideologie atee degli ultimi due secoli, soprattutto nel marxismo, dove,
naturalmente, non mancano un amato "religioso" e una sorta di culto
filosofico della materia in evoluzione- Il "New Age" appartiene, secondo
lo schema che ho proposto, alla quarta fase di questo processo di
progressivo allontanamento dalla verità cattolica, la cui formula è
"sacro si, religione no".
In questo vasto e multiforme movimento che va sotto il nome di "New Age"
il Cristianesimo è messo quindi in condizione di sparire dolcemente,
senza persecuzione, perché il concetto di "religione" viene via via
sostituito con un vago concetto di "spiritualità".
In senso religioso, così come tradizionalmente le grandi religioni lo
intendono, viene rifiutato e sostituito dalla magia e dallo sciamanismo,
che vengono considerate vie più semplici e dirette - perché prive degli
intermediari classici costituiti dai sacerdoti e dai ministri del culto
in genere.
Nello schema indicato ogni tappa rappresenta un successivo passo di
allontanamento dalla verità della fede cattolica, rispetto alla fase
precedente. In ogni fase poi viene anche sviluppata una critica alla
fase precedente: questa critica, che contiene anche elementi di verità,
viene però formulata come una tappa di ulteriore allontanamento dalla
verità cristiana e quindi il risultato è ancora più pericoloso. Per
esempio il marxismo, dal punto di vista cristiano, non ha tutti i torti
quando critica certi aspetti del liberalismo economico, ma la critica è
in vista di una realtà ideologica e politica ancora più lontana dalla
verità della Chiesa Cattolica di quanto non sia il liberalismo economico
-
Cercheremo quindi di mettere in luce il fascino ed i pericoli aperti o
nascosti di questa moda, per molti aspetti veramente "demoniaca", che si
è abbattuta sugli uomini di questo secolo e che continua a svilupparsi
in forme via via cangianti. Non c'è da stupirsi di questa definizione,
perché non sono il primo, e il mio illustre precursore è nientedimeno
che il card. Francis Arinze, il quale al Sinodo straordinario del 1991
ha affermato nella relazione finale che: ".... non dovremmo escludere,
~a le spiegazioni del sorgere e della diffusione di sette o nuovi
movimenti religiosi, l'azione del diavolo".
Combattere quindi il "New Age" non e facile perché più che fare la
guerra bisognerebbe saper condurre la guerriglia. Da qui nasce la
necessità di istruirsi bene su questo nemico per poi batterlo con lo
strumento della "Nuova Evangelizzazone" voluto dal Papa.
Quanto segue intende sottolineare alcuni aspetti del "New Age" su cui è
necessario riflettere.
4) "New Age" e Cristianesimo non sono compatibili.
Come ha notato bene il
card. Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, nella lettera
pastorale "Le Christ ou le Verseau", del Natale 1990, il "New Age"
sostituisce la nozione cattolica di fede con un vago "credere" che "è
soltanto una forma di esperienza di sè". Per la dottrina cattolica la
fede e un atto libero, che implica una relazione con il Dio che si
rivela. Il "New Age", invece, si agita nella prigione dorata dell'io,
senza essere capace di uscire da un esasperato soggettivismo; il suo
accesso a quello che chiama "Dio"
avviene o attraverso l'esperienza o attraverso la conoscenza, tramite
varie tecniche e sistemi di
meditazione, in genere tratti dalle spiritualità orientali.
La Congregazione per la Dottrina della Fede, nel documento suUa
meditazione del 1989, ha notato che sia la via della conoscenza, che
viene dall'antico "gnosticismo", sia quella dell'esperienza, che
riconduce al "messalianismo" dei falsi carismatici del IV secolo,
cercano di "superare la distanza che separa la creatura dal Creatore" e
di "abbassare ciò che viene accordato come pura grazia al livello della
psicologia naturale".
Il New Age propone sia la via dell'esperienza, sia la via della
conoscenza:
ma in nessuna di queste vie si ritrova il concetto cristiano del
rapporto tra 1 'uomo e Dio e quindi nessuna delle due conduce
all'autentica preghiera e all'autentica meditazione cristiana. Strano
tuttavia che tanti cristiani vengano affascinati dalle vie orientali
alla preghiera, non riconoscendo in esse la
trappola nascosta dell'immanentismo panteistico proprio del "New Age".
5) Il problema della verità.
Il fondamento su cui
cresce tutto il "New Age" e la sua posizione sulla
questione della verità, cioè sul suo esasperato relativismo. La
negazione radicale dell'esistenza della verità crea una vera e propria
"cortina di ferro" filosofica, che impedisce la comunicazione e
l'evangelizzazone, e costituisce un aspetto radicalmente negativo del
"New Age". Se d'altro canto e vero che il relativismo e largamente
diffuso nella nostra società, tuttavia è anche vero che non e stato
inventato dal "New Age", ma non è meno vero che il "New Age" lo
favorisce e lo esalta.
Il "New Age", e partito da una critica serrata del materialismo e del
positivismo ma di questa critica ne ha fatto solo la premessa per
procedere ulteriormente in un itinerario di allontanamento dal concetto
stesso di verità. Il punto di arrivo e costituito quindi da un nuovo
relativismo filosofico, diverso dal precedente in quanto volontaristico
e da un nuovo relativismo etico,
anch' esso diverso da relativismi etici più antichi in quanto fondato
sul primato delle esperienze e, in particolare, delle
"peak-experiences", e su un nuovo panteismo.
Pilato - secondo il racconto dell'evangelista Giovanni - aveva un'idea
tutta, quando Gesù accennò alla "verità", Io scettico funzionario romano
esclamò
particolare della "verità".
"Che cos'è la verità?" (Gv 18,38). Il Vangelo ci dice che Gesù non
rispose a questa domanda; se la "verità" era dinanzi a lui in carne ed
ossa e Pilato non riusciva a vederla come avrebbe potuto essere convinto
con le parole ? Per Pilato la "verità" era una cosa così vaga da
dichiarare innocente Gesù per tre volte e poi....condannarlo a morte.
Eppure scommetterei che Pilato stesso rimarrebbe perplesso davanti a
questo campione di negazione totale della "verità" come valore, tipico
del "New Age", riportato da Introvigne:
"In un dialogo tra Ramtha - l'"entità'" che si manifesta tramite la
medium
JZ. Knight, una delle stelle del channeling - e un discepolo, viene
definito, in un modo che difficilmente potrebbe essere più chiaro,
l'atteggiamento del "New Age" di &onte alla verità:
< Ramtha: Ora, se uno crede nel diavolo e un altro non ci crede, chi ha
ragione, chi e nella verità?
< Discepolo: Tutti e due.
< Ramtha: Perchè?
< Discepolo: Perché ognuno di loro ha la sua propria verità.
< Ramtha: Corretto, corretto.
Ma se Gesù non è la "verità", in che senso so può parlare di
"Evangelizzazone" o addirittura di "Nuova Evangelizzazone"?
Inoltre, negando l'esistenza di una verità in generale, non esiste
quindi nemmeno una verità della morale. Il "New Age" giunge perciò al
rifiuto della nozione cristiana di peccato. La parola "peccato" e
conservata, ma viene reinterpretata per indicare realtà diverse dal
peccato di cui ci parlano la Scrittura, la Tradizione e il Magistero
cattolico: il peccato e il "dualismo", la "mancanza di coscienza
ecologica", e così via- In concreto, insomma, molti comportamenti, quali
l'omosessualità. l'uso di droghe e l'aborto, che il cattolicesimo
considera peccaminosi, sono scusati, perfino favoriti, sulla base di un
relativismo morale che sostituisce ai valori e alla verità la semplice
esperienza, o considera i comportamenti moralmente negativi come pure
"disfunzioni" o "malattie", da cui e possibile rimettersi tramite le
terapie della "recovery". Quando poi la stessa religiosità tradizionale
- di cui viene offerta una caricatura - diventa un sintomo
"disfunzionale", bisognoso di una sua specifica "terapia", l'itinerario
e completo e si assiste ad un vero e proprio rovesciamento morale per
cui i peccati, soprattutto quelli che attengono ai comportamenti
sessuali, vengono scusati, mentre l'adesione alla legge morale viene
stigmatizzata come "peccato" o "malattia".
Inoltre 11 "New Age" , irridendo la dottrina del peccato originale,
svuota di
signi5cato la stessa redenzione operata da Gesù Cristo. Non si devono
trascurare, da questo punto di vista, i pericoli e le confusioni in tema
di peccato originale introdotti nella teologia in stile "New Age" di
Matthew Fox, e proprio la radicalità di questo rischio spiega la ferma
reazione della Congregazione per la Dottrina della Fede.
6) L'idea di religione del "New Age"
L'idea della religione
che il "New Age" presenta e molto pericolosa per la
fede cattolica, perché la religione come sistema dottrinale preciso e
definito viene svalutata totalmente a vantaggio di una vaga
"spiritualità dai contorni indefiniti".
Questa debole "spiritualità" e anch'essa frutto di una moda che segue le
teorie della mitologia comparata di Joseph Campbell e dell'esoterismo.
Questa tesi afferma che tutte le religioni, come pure i sistemi di
simboli e di miti, nel loro fondo esoterico sono tutte uguali, ed il
"New Age" in conseguenza afferma il relativismo religioso totale, il
sincretismo e infine l'abbandono della religione rivelata per
sostituirla con una vaga ed oscura " religione cosmica ". 11 "New Age",
protesta giustamente contro la "religione della domenica" e va alla
ricerca di una spiritualità capace di animare tutti gli aspetti della
vita quotidiana. Ma questa ricerca e destinata a non avere mai fine,
perché il "New Age" ha distrutto tutte le basi della fede autentica ed e
destinato ad incontrare quindi solo gli scadenti surrogati di una vera
ed autentica spiritualità.
7) L'idea di Dio, dell'uomo...
L'idea di Dio del "New
Age" non e assolutamente compatibile con l'idea di
Dio che abbiamo appreso dalla Scrittura e dalla Tradizione cristiana.
Nonostante i giochi di parole e l'uso di diverse terminologie, si tratta
sempre e solamente di "panteismo". in genere di una versione aggiornata
del vecchio panteismo di Spinoza, a cui i padri dell'"ecologia profonda"
e gli autori del "New Age" dotati di maggior cultura si riferiscono
esplicitamente. L'idea dell'uomo che il "New Age" si fa e naturalmente
condizionata dal suo "panteismo" e considera quindi ogni uomo una
"parte" di Dio, quando non afferma apertamente - secondo lo slogan di
Shirley MacLaine- che "noi siamo Dio" . La distinzione tra Creatore e
creatura viene così superata non nel senso di una fusione mistica, ma
piuttosto nel senso di una confusione, che e una diretta derivazione
dall'opzione panteistica originaria.
A questa idea dell'uomo - che veramente e Dio - sono legati quasi tutti
i concetti delle "energie", così cari ai cultori delle cosiddette
"Medicine Alternative", quali: la pranoterapia, il Reiki, la
Riflessologia, ecc.. Con queste premesse si comprende perché spesso le
pratiche mediche "alternative" divengano veicoli di problemi spirituali
e di pericoli per la vita cristiana.
8).....e di Gesù Cristo
La persona di Gesù
Cristo si trova al centro delle più gravi confusioni,
a causa della nozione esoterica che vede "il Cristo" non come una
persona (cioè Gesù), ma come un "principio divino".
Da questa premessa eretica nasce l'attesa di un Cristo-Maitreya che deve
venire, mentre Gesù di Nazareth non è "il Cristo", ma "porta il Cristo"
e perciò sembra soltanto un uomo molto fortunato. Quando poi le
ambiguità sono introdotte dai teologi "fiancheggiatori", tutta questa
confusione, a proposito della persona e del ruolo di Gesù Cristo è
perfino peggiore dell'attacco e del rifiuto espliciti, che costituiscono
almeno un'insidia più facilmente riconoscibile. Questa eresia non 6 poi
così nuova, già Nestorio, vescovo di Costantinopoli, tra il 428 ed il
430, nello sforzo di confutare gli Apollinaristi, giunse a formulare
un'idea del Salvatore dello stesso tipo di quella proposta dal "New
Age":
"Nostro Signore, il Cristo, è duplice: divinità ed umanità......Nostro
Signore, il Cristo, il quale è duplice nella sua divinità ed umanità, e
un solo Figlio in questo suo collegamento. Dunque è uno colui che è nato
dalla genitrice Cristo, da Maria: è il Figlio di Dio".
Sta proprio qui il punto eretico della teologia di Nestorio: egli parla
del
Cristo Dio e uomo, mai di Cristo Dio-Uomo. Quando poi si difende
sottolinea ancora più il proprio errore:
"Dicono che il vescovo abbia denominato il Cristo un puro e semplice
uomo.....il Cristo e Dio e uomo. Io non chiamo il Cristo un puro e
semplice uomo, ma "Uno che e unito con Dio", il Logos" .
Gli risponde Cassiano ne "L'Incarnazione del Signore"-
"Io non credo che si debba passare sotto silenzio quella
dottrina.....derivata a sua volta dall'errore di Pelagio.
Alcuni infatti andavano dicendo che GeSù Cristo, puro e semplice uomo,
era vissuto senza alcun contagio di peccato, e giunsero a dichiarare che
gli uomini, solo se volessero, potevano vivere senza peccati....in
quanto se Gesù Cristo, essendo un puro e semplice uomo, era stato senza
peccato, anche tutti gli uomini potevano esserlo senza l'aiuto di
Dio.....In questo modo essi non ammettevano nessuna differenza tra
qualsiasi uomo e lo Stesso nostro Signore Gesù Cristo, visto che l'uomo,
con il suo impegno industrioso, era in grado di conseguire
quello che Cristo aveva meritato con il suo impegno e le sue fatiche. La
conseguenza che ne deriva finiva......in una aberrazione.....al punto di
affermare che il Signore Nostro Gesù Cristo era venuto in questo mondo
non
per far dono della sua redenzione al genere umano, ma solo per offrire
l'esempio delle sue buone azioni, in modo cioè che gli uomini, seguendo
fedelmente il suo comportamento e percorrendo lo stesso cammino della
sua santità, giungendo allo stesso premio delle sue virtù. Essi così
mortificavano....ogni beneficio della sua santa venuta nel mondo e tutta
la grazia della sua redenzione divina, poiché dichiaravano che gli
uomini potevano con la loro vita, raggiungere gli stessi vantaggi che
Dio, con la sua morte, aveva procurato alla salvezza umana.
Essi aggiunsero ancora che il Signore e Salvatore nostro divenne il
Cristo dopo il suo battesimo e divenne Dio dopo la sua risurrezione,
attribuendo il primo beneficio al mistero dell'Unzione battesimale e
l'altro beneficio ai meriti della sua passione".
Il "New Age" fa uno scempio della persona di Gesù Cristo ancora più
grande di quella di Nestorio, dichiarato eretico. Per questo fa molto
dolore leggere che il teologo tedesco Gunter Schiwy, su un saggio edito
da Queriniana, dal titolo "Lo spirito della Età Nuova, New Age e
Cristianesimo" abbia l'ardire di sostenere che "nulla si oppone.....a
che i cristiani diventino aderenti alla (sic) "New Age" e gli aderenti
al "New Age" diventino cristiani", Egli è convinto che ci si trovi
"proprio nel periodo di passaggio dall'era cristiana dei Pesci, a quella
post-cristiana, superconfessionale dell' Acquario, che viene connotata
come Era della sintesi". Ma, da questa "trasformazione della società",
il cristiano non avrebbe nulla da temere.
Infatti si tratterebbe di un'epoca - preparati da teologi cattolici come
Pierre Teilhard de Chardin e Karl Rahner - "caratterizzata da una più
alta, spirituale comprensione della Bibbia" e "da una perfetta Chiesa
dello Spirito". Addirittura, secondo Gunther Schiwy, "si impone la
conclusione: lo spirito dell'Età Nuova e lo Spirito di Dio".
Ora Karl Rahner e sicuramente innocente di tale accusa, mentre la stessa
cosa non si può forse dire di alcune parti del pensiero di Teilhard de
Chardin.
9) ....e perciò è nata un'idea
Aprendo un giorno la
Bibbia ho trovato un passo dal Libro dell'Esodo:
"E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di
Isacco, il Dio di Giacobbe".
Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: "ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho
udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue
sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo
uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese
dove scorre latte e miele...... Ora dunque il grido degli Israeliti è
arrivato fino a me e io stesso ho visto l'oppressione con cui gli
Egiziani li tormentano" (Es 3,6-9).
L'idea che Dio abbia udito il "grido" del suo popolo e che questo
"grido"
abbia dato inizio a tutto quello straordinario processo di liberazione
del popolo schiavo, mi ha toccato come mai prima. Ma questo "grido" mi
ha anche messo in risonanza con un altro "grido", questa volta del
profeta Isaia:
"Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, appianate
nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni
monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in
piano e quello scosceso in pianura.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca Signore ha parlato"
Una voce dice: "grida" e io rispondo: "che dovrò gridare?".
Ogni uomo e come l'erba e tutta la sua gloria e come un fiore del campo.
Secca l'erba, il fiore appassisce quando il soffio del Signore spira su
di essi.
Secca l'erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura
sempre.
Veramente il popolo è come l'erba.
Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la Voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda:
"Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
con il braccio egli detiene il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio e i suoi trofei lo precedono". (Is
40,3-10)
E' nata così l'idea di questa rivista - da questa idea e nata poi
l'associazione omonima - attraverso cui i soci fondatori si propongono
alcuni obbiettivi:
A - Rendere noto al maggior numero possibile di persone le conseguenze
della infiltrazione culturale degli elementi anticristiani provenienti
dall'Oriente e veicolati dal "New Age".
B - Informare sui pericoli nascosti dietro le teorie fondamentali deUe
tecniche di Medicina Alternativa, o "Olistica".
C - Fornire armi efficienti per combattere la magia e la superstizione,
specialmente quando si camuffa sotto un velo di pseudo-scientificità.
D- Creare una palestra di ampia discussione per dare inizio ad una
cultura
in campo terapeutico e creare controproposte "cristiane" davanti al
dilagare delle terapie alternative più o meno esoteriche.
E - Fornire spunti efficaci per un annunzio costante ed entusiastico del
di
viene, dopo averlo purificato da ogni interferenza estranea.
F - Imparare a pensare come Gesù:
" Lo zelo per la tua casa midivom" (Gv2,17)
" Sali su un alto monte....-
alza la voce con forza.....
Alza la voce, non temere...."
Tarcisio Mezzetti
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GESÙ CRISTO
PORTATORE DELL'ACQUA VIVAUna riflessione cristiana
sul "New Age
La grande sfida
del New Age
“Non conformatevi a questo mondo”
(Romani 12:2)
CATTOLICI E NEW
AGE: CIò CHE CI DIVIDE
MAGISTERO CATTOLICO: CONTRO LA
REINCARNAZIONE
Gli Angeli della
New Age: attenti agli
Angeli che non sono buoni
|